Papà e mamma si lasciano. «Rassicurate i figli»
Tra i due litiganti il figlio soffre: l'immagine è tratta dal film «Non aver paura», con Laura Morante e Alessio Boni (Ansa)
Arriva il giorno. Il papà (più raramente la mamma) se ne va. È a questo punto che possono scoppiare crisi di ansia, tristezza, rabbia: «I maschi, poi, soffrono di più perché l’allontanamento del padre fa mancare un modello.
Dal Corriere della Sera
Un dramma ogni anno per circa mille bimbi milanesi. Gli psicologi: va eliminato il loro senso di colpa. La sindrome si supera con il dialogo
È andata così: «Mamma e papà si lasciano perché non si vogliono più bene». Ed è una favola senza lieto fine. Per 5 mila matrimoni che ogni anno si spezzano a Milano, ci sono mille bambini che non capiscono, piangono, chiedono ai genitori di non essere abbandonati. «Quella di avere genitori separati è una realtà talmente diffusa che molti ragazzi parlano dei loro compagni che hanno una famiglia unita come se si trattasse di realtà anomale», spiega Elvia Ficarra, psicologa e responsabile dell’Osservatorio famiglie separate del Gesef. Che fare, allora? «È importante che i figli vivano l’allontanamento da casa di uno dei genitori nel modo più sereno possibile», continua la psicologa. Hanno bisogno di «tranquillità». E questa «tranquillità possono trasferirla solo la mamma e il papà non facendo loro mancare punti certi e cercando di mettere le esigenze dei figli prima di qualsiasi rancore personale o disputa economica». Perché in fondo, conclude Ficarra, «i migliori psicologi di un figlio sono proprio i suoi genitori».
Il rischio che i bambini vengano «strumentalizzati», o usati come «merce di scambio», esiste ed è concreto. «Ma è fondamentale che i figli non vengano mai colpevolizzati. Anzi, se si ha il sospetto che si sentano causa della separazione, ad esempio perché hanno assistito a liti tra i genitori su come educarli o quando sgridarli, vanno subito tranquillizzati», spiega Isabella Buzzi, presidente dell’associazione italiana Mediatori Familiari. Altrimenti, può anche aprirsi «una ferita che provoca reazioni sia a breve sia a lungo termine. Tant’è che una percentuale tra il 28 e il 35 per cento dei ragazzi in età adulta continua ad avere problemi di natura clinica o psicologica legati a quel trauma», sottolinea la specialista.
Arriva il giorno. Il papà (più raramente la mamma) se ne va. È a questo punto che possono scoppiare crisi di ansia, tristezza, rabbia: «I maschi, poi, soffrono di più perché l’allontanamento del padre fa mancare un modello. Se poi questi momenti di pianto, panico o ira continuano anche dopo 2 o 3 anni, è meglio chiedere aiuto a uno specialista», consiglia Buzzi. Le manifestazioni tipiche del «disagio da distacco» possono essere anche psicosomatiche: malesseri diffusi, continui mal di testa «possono segnalare che qualcosa non va». Soprattutto quando i bimbi non parlano del loro dolore, si vergognano del confronto con i compagni, pensano che stiano vivendo una situazione eccezionale.
È pensando a loro che il Servizio per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica ha organizzato, a partire da oggi, un ciclo di 4 incontri per figli (dai 6 ai 10 anni) di genitori separati: «A questi bimbi serve acquisire coraggio e fiducia», spiega Costanza Marzotto, psicologa e mediatrice familiare della Cattolica. Così, nei «gruppi di parola», i piccoli «prefigurano scenari futuri molteplici, capiscono che le situazioni evolvono e migliorano». In più, conclude Marzotto, «le esperienze con i coetanei li incoraggiano ad affrontare la questione anche a casa, per elaborare strategie vincenti e superare la "sindrome di alienazione" dal genitore che non vedono abitualmente».
di Manuela Croci
del 10.05.2006