BERGAMO - Treviglio - Digiuna per vedere le figlie
Treviglio - La moglie separata non gli fa vedere le due figlie da sei mesi e lui fa lo sciopero della fame e della sete. Non ha toccato acqua per 36 ore e cibo per 96. Solo quando, mercoledì sera, il giudice tutelare lo ha contattato chiendogli di interrompere la sua protesta Diego Alloni, 45 anni, di professione copywriter, originario di Mozzanica (suo fratello è sindaco del paese) ma da più di vent’anni residente a Treviglio, ora in via ai Malgari, ha accettato. Si è detto però pronto a ricominciare qualora i suoi diritti di genitore non venissero rispettati. «Voglio poter abbracciare le mie bambine - racconta - Non mi permettono di stare con loro da Natale. Mi piacerebbe poter passare con loro le vacanze e ora che le istituzioni hanno risposto confido di poter far diventare realtà questo sogno».
Alloni non è disposto a rinunciare a fare il papà e così ha deciso di rendere pubblico il suo dramma: «La mia è una battaglia simbolo per tutti quei padri che sono separati, quelli che stanno zitti e quelli che soffrono in silenzio e non trovano aiuto nelle istituzioni». Ad assisterlo nella sua lotta, l’associazione «Papà separati» che martedì pomeriggio ha allestito un gazebo in piazza Manara. A sostegno di Diego Alloni da mezza Lombardia sono giunti i padri che con lui condividono una separazione giudicata una crudeltà gratuita. «Mi sono sempre stati a fianco - spiega - E’ solo dopo averne discusso con loro che ho deciso di interrompere lo sciopero della fame. Se la situazione non si fosse smossa erano pronti a seguire il mio esempio. Solo in Bergamasca ormai sono un quarantina i nostri iscritti».
Un matrimonio naufraga e a quel punto comincia l’odissea della separazione e del divorzio. Una situazione che ormai riguarda un numero sempre maggiore di famiglie. «I dati Istat parlano ormai di una coppia su due - aggiunge Alloni - A Treviglio le separazioni sono più di 70 all’anno. Sposato nel 1995, il mio calvario è iniziato nel 2001». Comincia così la vicenda che vede protagonista Diego Alloni: «Quando un padre si trova coinvolto in una separazione ha la vita distrutta - racconta - Perde la casa, si trova impoverito perché deve versare assegni onerosi alla madre anche se questa ha un reddito equivalente al suo e soprattutto si trova il tempo contingentato per vedere i figli. Questo fa veramente male. Alla fine, stremati, per non perdere anche queste poche occasioni per stare vicini a loro, si finisce per accettare la separazione consensuale. Storicamente, la giurisprudenza italiana riconosce nella madre il genitore più adatto per crescere i figlio. Dal 2006 una nuova legge afferma il principio dell’affido condiviso che però è disattesa».
Alloni ha cominciato così la sua «nuova vita». Ha costruito anche una seconda famiglia che è cresciuta con l’arrivo di tre piccoli. Non per questo però ha voluto allontanarsi dalle figlie della prima unione. «Non mi separerò mai dalle mie bambine - spiega - Avevo organizzato il mio tempo per stare con loro le giornate concessemi dal tribunale. Poco importa se poi mi toccava lavorare la domenica».
Sei mesi fa anche questi momenti sono svaniti. «Dovevo passare tre giorni con le piccole per Natale ma non mi è stato concesso - spiega Alloni - Da allora la mia ex non mi ha più permesso di stare con le figlie». Una situazione anomala per cui Alloni ha dichiarato di non sapere la ragione ma per cui ha chiesto l’intervento dei Servizi sociali del Comune. «Dopo numerosi incontri però se ne sono lavati le mani. Ho chiesto un incontro anche al sindaco per spiegare la situazione ma non è servito a nulla - aggiunge amareggiato - Ormai la possibilità di vedere le mie bambine si era ridotta a incontri casuali per strada: un saluto veloce, con il magone nel cuore, rassicurandole che tutto andava bene». Ad aprile Alloni ha deciso di adire alle vie legali presentando un esposto in Procura per «ostacolo alla genitorialità»: «Non volevo arrivare a questo ma non ho avuto altra scelta. Abbiamo avuto due incontri in tribunale ma il giudice ha rinviato tutto a settembre».
I tempi della giustizia però sono troppo lunghi per il cuore di un papà. «Esasperato, domenica sera ho cominciato lo sciopero della sete e della fame. Martedì un problema renale mi ha costretto a bere ma non ho mangiato finché le istituzioni non mi hanno dato una risposta. Ora sono fiducioso. Mi ha commosso il cerchio di solidarietà che si è stretto interno a me da tutt’Italia. In particolare mi ha colpito una signora di 44 anni che mi ha chiamato da Roma dopo aver sentito la mia storia: “Sono una delle tue bambine” mi ha detto., abbiamo pianto insieme al telefono».
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http://www.giornaleditreviglio.it/sfoglia_pdf1.php?cod=GDT_070803.jpg&uscita_to=070803