Ora anche COLOGNO MONZESE. Dopo Chivasso e Basiglio, un altro minore in comunità senza SENSO
una seconda Basiglio. Un altra bambina , di 10 anni, entra in comunità nel mese di giugno.
Per protestare contro una giustizia minorile allo sfascio le Associazioni PAPA' SEPARATI LOMBARDIA, FIGLI LIBERI e GESEF, organizzano a
il 09 GIUGNO 2008
dalle ore 10 alle ore 12
una MANIFESTAZIONE DI PROTESTA davanti al Tribunale dei Minori - in Via Leopardi a Milano.
Vedi la mappa
Paolo è un consulente informatico di 44 anni, con la faccia pulita, la classica brava persona. Paolo non ha mai avuto problemi con la Giustizia, ma adesso è costretto a subire un meccanismo assurdo che la stessa Giustizia ha costruito. La sua bambina di 10 anni il 13 giugno andrà in una Comunità per minori. Lo ha deciso, a dicembre 2007, il Tribunale dei Minori di Milano su richiesta dei servizi sociali del Comune di Cologno Monzese, città dove abitano la sua ex moglie e la figlia stessa. Lo ha deciso perché la piccola non può stare più con la madre, e pur di non lasciarla con il padre e i nonni paterni, nonostante abbiano tutte le carte in regola per tenerla con sé, il Giudice ha preferito la Comunità. Una comunità , scelta dai Servizi sociali, non rispondente a quella indicata dal Tribunale.
Ogni giorno centinaia di bambini in Italia entrano in Comunità: i Comuni pagano per ognuno dai 150 ai 300 euro a testa al giorno.
Ma sarà proprio vero che tutti questi bambini necessitano di stare in comunità anzichè nel loro ambiente famigliare ?
Invitiamo tutte le persone di buon senso ad indagare e ad interrogarsi su questi episodi sempre più numerosi.
Intendiamo evitare che un altro minore vada in comunità. Per farlo sei invitato a partecipare e a diffondere la notizia a persone, autorità ed istituzioni sensibili al problema.
Questa è una richiesta di AIUTO, che facciamo alla societa'.
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RASSEGNA STAMPA
03.06.2008 - Il Giorno
03.06.2008 - Libero
03.06.2008 - Cronaca Qui
04.06.2008 - Monza la Città
04.06.2008 - Il Giorno
04.06.2008 - Libero Milano
05.06.2008 - Il Giorno
05.06.2008 - Cronaca Qui
06.06.2008 - Avvenire
06.06.2008 - Cronaca Qui
07.06.2008 - Il Giorno
10.06.2008 - Il Giorno
10.06.2008 - Il Giornale di Monza
10.06.2008 - La Voce
11.06.2008 - Cronaca Qui
12.06.2008 - Il Giorno
Ricordiamo le iniziative organizzate in passato per il nostro Socio.
SIT-IN - Cologno Monzese 08.12.07 - I Servizi Sociali mandano un altro minore in comunità !
Per sabato 08 12 2007 dalle ore 10,00 alle ore 18,00, in Via Indipendenza (nell’Isola Pedonale) di Cologno Monzese, l’Associazione ha organizzato un Sit.In per sensibilizzare i Servizi Sociali del Comune, al fine di ripristinare le relazioni famigliari tra un padre e sua figlia.
Alcune foto dell'evento
I Servizi Sociali di Cologno Monzese “hanno ritenuto necessario”, dopo lungo tempo dall'incarico ricevuto dal Tribunale dei Minori di Milano, e in contraddizione con lo stesso, interrompere le frequentazioni tra padre e figlia fino ad avvenuta decisione del tribunale sul collocamento della bambina.
Tale decisione e' stata presa comunicandola al padre con una semplice telefonata, motivandola con l'asserzione che il persistere dei tentativi di far incontrare la bambina con il padre, stante l'opposizione della madre, avrebbe minato il rapporto tra la bambina e l'educatrice.
Infatti il Tribunale per i Minorenni aveva incaricato i Servizi Sociali di Cologno Monzese, e sollecitati a più riprese, di redigere una relazione.
I Servizi Sociali, dopo più anni di attività e buona parte dell'ultimo speso nel “sostenere” una migliore collocazione della bambina presso il padre, tanto da aver contattato la famiglia dello stesso per accertare la disponibilità nel cooperare per le necessità della minore, nel corso del periodo estivo trascorso, non solo hanno improvvisamente, e ingiustificatamente, cambiato opinione, ma anche depositato una relazione nella quale sostengono l'opportunità di collocare temporaneamente la bambina in una comunità educativa motivando più volte la decisione con le “temute reazioni della madre”. In data 06.11.07, si apprende che il Tribunale dei Minori ha disposto l'affidamento della minore ad una comunità.
In quest'ottica, riteniamo che verosimilmente il metodo scientifico di coloro che detengono il “potere decisionale” in questa città è quello di dividere mentre il momento di ricostruire e di riunire sembra essere tranquillamente procrastinabile in un futuro non meglio determinato.
I S.S. non dovrebbero essere al servizio della cittadinanza?
Perché una bambina viene privata di un genitore?
Perché si chiede ai genitori di essere concordi con la decisione che eliminare uno di loro dalla vita del minore sia la scelta migliore?
Noi, papà separati dai figli, abbiamo il diritto di individuare le responsabilità oggettive di chi sta causando il disagio di una famiglia e della loro figlia.
Invitiamo tutti a partecipare all’iniziativa, al fine manifestare la nostra più assoluta opposizione a questo sistema, che, incurante, continua a credere che sia lecito eliminare un genitore dalla vita di un figlio.
Leggi la lettera inviata all'Assessore di competenza
Leggi un articolo del IL GIORNALE del marzo 07
Da uno studio del Centro di ricerche sulla gestione dell´assistenza sanitaria e sociale (Cergas) della Bocconi
ROMA - Con l´affido i Comuni Italiani possono arrivare a risparmiare 8mila euro per ogni bambino: se infatti è di 13 mila euro la spesa media annua per ogni singolo minore ospitato nelle strutture di accoglienza, il costo in caso di affidamento supera di poco i 5 mila euro. Lo rivela uno studio del Centro di ricerche sulla gestione dell´assistenza sanitaria e sociale (Cergas) della Bocconi, che ha analizzato la situazione dell´assistenza ai minori fuori dalla famiglia, in relazione alla spesa degli enti locali per i servizi sociali a loro destinati. L´obiettivo di arrivare entro il 31 dicembre 2006 alla completa chiusura degli istituti minorili, potenziando nel frattempo lo strumento dell´affido, agli economisti della Bocconi sembra garantire, oltre ad una maggiore tutela del minore, anche un ritorno economico. Secondo lo studio infatti nel 2003, i Comuni hanno destinato ai servizi di adozione e affido e alle strutture residenziali per i circa 20mila minori "fuori famiglia” un totale di 339,5 milioni di euro dei circa 2 miliardi di euro spesi per i servizi sociali in genere. Di questi 339,5 milioni di euro, ben 275 milioni (l´81%) è assorbito dalla gestione delle strutture di accoglienza, tra cui gli Istituti per minori che ospitavano il 20% della popolazione minorile in esame, mentre la restante parte, circa 64 milioni, era destinata ai servizi per l´affido familiare e l´adozione (rispettivamente il 17% e il 2%). In particolare, il solo pagamento delle rette alle strutture di accoglienza assommava a oltre 155 milioni di euro. Una “sproporzione notevole”, secondo l´economista Attilio Gugiatti, che ha curato la ricerca: “Bisogna spostare le risorse dalle attuali grandi strutture, come gli istituti, a forme di assistenza più soft e più vicine ai bambini e alle famiglie. Questo, non solo è moralmente più accettabile, poiché i risultati dal punto di vista della crescita e della serenità del minore sono migliori, ma anche perché rappresenta un risparmio sotto il profilo economico”. Forme di assistenza “dolce” in strutture più piccole, secondo Gugiatti, “sono più funzionali all´accoglienza e alle relazioni tra educatore e minore in difficoltà, con parametri di qualità e soprattutto di risultato più elevati rispetto alle strutture tradizionali”. Secondo l´economista è necessario “dare più soldi alle famiglie affidatarie e rendere più agevole il processo di adozione, che risente dei limiti troppo rigidi della legislazione”.