LA STAMPA - 22.10.09 -Il piccolo esercito dei figli affidati all’uomo: in Italia un boom silenzioso
(foto tratta da La Stampa) di ELENA LISA - MILANO - Non camaleontici come Robin Williams in «Mrs Doubtfire», nemmeno così sofferti come Dustin Hoffman in «Kramer contro Kramer» e senz'altro non tanto sereni come quelli che, ogni giorno, si vedono sorridere nelle pubblicità, in tv, a mangiare allegri attorno a un tavolo, accanto ai figli. Resta il fatto che, oggi, anche in Italia i papà single che allevano, da soli, bimbi piccoli o adolescenti, dati loro in affido, sono sempre di più: quasi 400 mila, più del 30% rispetto a 10 anni fa. Una rivoluzione che corre parallela a quella del Nord Europa, ma che segna un decisivo passo in avanti, almeno rispetto a tradizioni e costumi, nella patria dei «mammoni».
«Occorre distinguere, però, da ciò che accade in Svezia, Scandinavia e Inghilterra - spiega Alessio Cardinali presidente dell'Adiantum, associazione delle associazioni di tutela minori -. Partendo dal presupposto che madri e padri sono uguali, la responsabilità del cambio di direzione, qui in Italia, non è delle donne, ma dei giudici. Se all'estero le mamme decidono in autonomia di lasciare i figli agli ex mariti o ex conviventi, perché preferiscono la carriera o perché non si sentono capaci di educare, da noi questo non capita. E' il tribunale, e questo accade sempre più spesso nel caso di richiesta di affido condiviso, a decidere di far vivere, in attesa di una sentenza definitiva, il figlio a casa del papà e non della mamma».
E questo fa storcere il naso a diverse associazioni come «Madri separate», a Como, di cui è presidente Rosy Genduso: «Stiamo tracciando - spiega - un elenco delle ultime decisioni dei tribunali di Milano e Monza per verificare le nostre impressioni. E cioè che i giudici "collochino" l'abitazione dei figli presso quella del padre, fuorviati, probabilmente, dalla forza economica dei maschi. Che possono pure avvalersi di legali di un certo livello, a differenza delle mamme che, invece, il più delle volte sono casalinghe o lavoratrici in nero, con risorse limitate».
Dal 2006 è in vigore il nuovo ordinamento sull'affido condiviso, che consente ai genitori di dividere le spese per il mantenimento, ma soprattutto il tempo in compagnia dei figli. Una legge che ha determinato il brusco arresto di affidi esclusivi a uno dei genitori. Secondo l'Istat, nel 2002 gli affidi sono stati 59.480: ai padri ne sono stati assegnati 2426, alle madri 50.504. Nel 2007, su 66.406, gli affidi dati ai papà sono stati 1055 e alle madri 16.989. Quelli condivisi nel 2002 sono stati 6238, e nel 2007 ben 47.892. Cifre che tracciano il panorama delle vicende alla base degli affidi: uomini e donne che restano soli per la morte del coniuge, separazioni decise da uno solo o altre prese in accordo.
L'affido condiviso, però, non è sinonimo di intesa tra genitori. E' appellandosi a questo provvedimento che, anche in tribunale, mamma e papà non trovano un accordo. Motivo? La scelta della casa in cui il figlio debba vivere. Nonostante questo è la soluzione degli affidi condivisi a essere scelta, almeno in partenza, dai genitori: nel 2007 la media è stata del 72,1%. Mentre l'affido esclusivo alle mamme è stato del 25,6% e l'1,6 quello ai papà. La regione con il più alto numero è la Toscana (86,7%). In fondo c'è la Puglia con il 46,5.
«Il fenomeno nuovo per l'Italia - spiega Laura Marinaro, portavoce dell'associazione onlus Padri separati - è che gli uomini hanno riscoperto il desiderio di occuparsi dei figli. Anche a costo di fare sacrifici e, in alcuni casi, di stravolgere le loro stesse esistenze».