Claudio Risé, da “Il Mattino di Napoli” del lunedì, 12 giugno 2006
Il 18 giugno scocca la più antica festa del papà, quella U.S.A., ormai quasi centenaria. E Amazon, il grande portale Internet per la vendita di libri, audiovisivi, e altri oggetti di regalo, ha allestito la sua vetrina globale di regali per i padri. Un segno importante. Se il regalo per i papà rappresenta un grande mercato, ciò significa: a) che i padri non sono roba dell’altro ieri, ormai estinta; b) che, anzi, proprio nel “pesce pilota” dell’Occidente, gli Stati Uniti, sono ancora piuttosto amati, tanto da volergli donare qualcosa. Dopo tutta l’indigestione mediatica sui padri assenti, i padri padroni, i padri violenti, il fatto che per la festa del papà ci si prepari a dare loro un segno d’affetto, è una riprova della popolarità dell’istituzione paterna. Diamo però un’occhiata a cosa si regala ai papà. Dall’offerta dei regali infatti, si capisce come il sistema delle comunicazioni (la vera cultura di oggi) vede la figura paterna; ed anche come i padri, almeno in buona parte sono. Nessuno regalerebbe mai loro dei prodotti che non vogliono.
La vetrina di Amazon, dunque, è tutta giocata su barbecue, trapani, e suspence (grills, drills, and thrills), in bella vista con le loro griglie, punte multifunzioni, e DVD thrilling. Anche qui, meglio non fare gli schizzinosi, e rallegrarsene. Certo, un libro di poesie virili, magari Foglie d’erba, del padre della poesia moderna americana Walt Whitman, o un bel Master and Commander, col suo padre-capitano non avrebbe guastato, giusto per svegliare un po’ la fantasia. Anche così, però, non lamentiamoci. Un padre che si dedica alla griglia, è un padre che nutre la famiglia, che la raduna e la diverte. E che ci si applica molto, a quanto pare. L’unico libro proposto per i papà infatti è: Cotolette, del grillmaster Steven Raichlen, popolarissimo autore de La Bibbia del barbecue, il quale assicura che “la cotoletta è certamente il più perfetto boccone di carne che l’uomo conosca”, e via a spiegare come tagliarla, pelarla, insaporirla o marinarla, e quali salse metterci sopra. Comunque un bell’impegno, alla faccia del padre neghittoso, indifferente, o capace solo di giocare coi bambini come un bebè, che ci viene costantemente presentato da acidi commentatori/trici.
Ed anche il padre che trapana, è un padre che costruisce, e si dedica a tenere a posto la casa famigliare. Non consulterà magari l’Encyclopedia Americana, ma consentirà di appendere adeguatamente quadri e strofinacci, e di fissare mensole che non si rovescino addosso ai bambini. Il trapano, su cui la psicoanalisi d’assalto ironizza pesantemente, è in fondo un servizio, che il padre rende alla famiglia. Tutto bene dunque, per il papà occidentale, che l’America festeggerà tra una settimana? Non proprio. Siamo d’accordo col pensare positivo, il think positive, cui si deve attenere Amazon, commerciante globale. Da qualche parte bisognerà però ricordare che in America, un padre su due i suoi bambini, se li vede, lo fa a spizzichi e bocconi, perché il 35% delle mogli chiede il divorzio, e i figli vengono in oltre il 90% dei casi assegnati a loro. Il rischio di mangiarsi le cotolette da solo, o se va bene con qualche altro padre separato e senza i suoi bambini, è elevato.
D’accordo, poi, con l’arrostire e nutrire, trapanare e aggiustare, e dopo emozionarsi col film Noir, benissimo insomma al grills, drills, and thrills, ma il padre deve anche educare. E, per questo, deve educarsi, ri/scoprire cos’è un padre. E’ più complesso che grigliare le cotolette. Ma indispensabile perché una civiltà, che è poi la nostra, non si estingua.