SAVONA - 27.09.09 - Angela , rapita dalla Giustizia
Domenica 27 Settembre 2009 alle ore 17,00 c/o la Libreria UBIK di Corso Italia 116r a Savona, si terrà la presentazione del libro " Angela L. - rapita dalla giustizia "; interverranno l'autrice del libro Angela , i due giornalisti coautori e la famiglia di Angela.
L'evento è stato organizzato da Papà Separati Savona - Associazione ONLUS per la difesa dei diritti dei figli nella separazione dei genitori.
per informazioni scrivete a info@papaseparatiliguria.it
Da Panorama : leggete di cosa sono capaci gli assistenti sociali e i Tribunali
Storia (a lieto fine) di Angela, rapita dalla giustizia » (foto tratta da Panorama)
Cara Angela
mettiti in contatto con l'Associazione ed aiuta a sconfiggere questo sistema e a salvare tanti bambini, affinchè evitino le esperienze che purtroppo hai dovuto vivere te.
Con Affetto.
Ass. PapàSeparatiLombardia ONLUS
Angela ha 19 anni e due genitori che adora. Ricambiata. Vivono sotto lo stesso tetto, in una bella villetta gialla alle porte di Milano. Angela vuole aprire un negozio di abbigliamento, guarda i programmi di Maria De Filippi e non le dispiacerebbe sedersi nel suo salotto televisivo.
I genitori, Salvatore, piccolo imprenditore edile calabrese, e Raffaella la coccolano con gli occhi e le hanno fatto fare un calendario (castissimo) che è appeso in sala. Ma questa famiglia nasconde un segreto. Quando aprono le loro carte di identità scopri che i tre hanno cognomi diversi. È la cicatrice lasciata da un’odissea durata oltre 12 anni, dal maggio 1994 al dicembre 2006. Perché la burocrazia in Italia va più lenta della ragione e, persino, del buon senso. «Lo Stato mi ha rubato l’infanzia e l’adolescenza. E ora non mi vuole restituire neppure il mio vecchio cognome» si lamenta Angela. Nel 1995 è stata «rapita» da un magistrato zelante che ha ritenuto di salvarla dagli abusi del padre. Peccato che 6 anni dopo la Cassazione abbia sentenziato che quelle violenze non sono mai avvenute. Ma ormai la vita della famiglia L. era distrutta. Centoventisei mesi dopo Angela è tornata a casa. E ora, dopo essersi goduta un po’ di serenità, ha accettato di raccontare la sua storia.
L’inferno inizia quando una ragazza di 14 anni, Antonella M., denuncia per abusi il fratello. La famiglia è scettica e allora lei, particolarmente fragile (finirà in un ospedale psichiatrico), chiama in causa altri parenti, persino uno zio d’America che nei giorni dei presunti incontri risulterà oltreoceano. Racconta di orchi e di orge.
Il pubblico ministero Pietro Forno annota e aggiunge nomi sul registro degli indagati. Tra le persone che dubitano della versione di Antonella c’è suo cugino,
Salvatore L., che finisce sul banco degli imputati. Avrebbe violentato sia Antonella sia sua figlia Angela. L’accusa crede alla giovane, anche se è ancora vergine.
E così, il 24 novembre 1995, due carabinieri, come nella favola di Pinocchio, insieme con un’assistente sociale, prelevano Angela a scuola. «Devi venire con
noi» le dicono. Quindi la portano via dal padre, ma anche dalla madre. Cominciano a questo punto le vite parallele di Angela e della sua famiglia, che non si
incroceranno più, sino al 2005.
Dei primi giorni di separazione la ragazza, oggi, ricorda la vetrata nel centro di assistenza familiare, un parente dall’altra parte, lei che cerca di raggiungerlo. E poi tante persone, forse dieci, che la placcano, la riportano dentro. Ricorda le notti passate a piangere, le punizioni, le serate con la faccia rivolta all’angolo della camerata. «Non dimentico gli schiaffoni della signora Virgilia. Per castigarci ci faceva fare 100 piegamenti sulle gambe». A bambini di 6-7 anni… «Là dentro mi dicevano che la mia famiglia mi aveva abbandonata, che mi dovevo rassegnare». Un giorno Angela con cinque compagne organizza un’evasione, ma sei bambine che girano da sole per la città non passano inosservate. E rifiniscono dentro.